Il marchio individuale d’impresa, se rispetta determinati parametri, può essere efficacemente conferito dal socio proprietario
La valorizzazione dei beni immateriali sfocia in un valore aggiunto di grande rilevanza nell’assetto produttivo aziendale.
Il bene immateriale, in sé, non è soggetto a una valutazione economica. Ciò che invece subisce la valutazione economica è la trasposizione, nel concreto, di ciò che il bene immateriale rappresenta. La traduzione del bene immateriale nel regime materiale è ciò che gli conferisce valore: la possibilità di applicare il bene immateriale innumerevoli volte a innumerevoli esemplari di prodotto. Il presupposto di crescita fornito dai beni immateriali è un’opportunità da non sottovalutare: nel momento in cui il bene immateriale viene applicato in un contesto esterno e si concretizza in un bene materiale assume anche lo status di bene giuridico. Ciò garantisce una tutela ulteriore.
Tra i beni immateriali, in particolare sotto le immobilizzazioni immateriali, è compreso anche il marchio d’impresa. Il marchio d’impresa è soggetto ad ammortamento: nel bilancio di ciascun esercizio va ascritta una quota di ammortamento ed essa deve riferirsi alla distribuzione del costo sostenuto in riferimento alla complessiva durata di utilizzo.
Al momento della costituzione di una società bisogna obbligatoriamente conferire un apporto. Rientra sotto l’apporto conferibile qualsiasi bene sia sottoponibile a valutazione economica.
Sotto questa categoria rientra anche il marchio individuale d’impresa.
Il conferimento del marchio può avvenire nel momento in cui il marchio è stato registrato a nome di uno dei soci e viene concesso in uso alla società dallo stesso. Il socio che dispone dell’usufrutto del marchio, infatti, può decidere di conferirlo come farebbe con beni naturali, crediti o capitale.
Per rendere il marchio oggetto di conferimento, tuttavia, si richiedono dei passaggi specifici.
Nel primo passaggio obbligatorio rientra la valutazione del bene immateriale. Essa si compone di due differenti lavorazioni. La prima lavorazione necessaria è la creazione del passaporto del marchio. Il passaporto del marchio deve essere accompagnato anche dalla stesura della relazione di fattibilità e anteriorità. La seconda lavorazione necessaria consiste invece nella domanda di registrazione del marchio certificato accompagnata da una perizia di valutazione.
È fondamentale appoggiarsi a un perito per ottenere una legittima certificazione in merito al valore effettivo del marchio. Esso partecipa, infatti, all’aumento del capitale sociale. Identificare il corretto parametro di valutazione del marchio è fondamentale per calcolare il giusto apporto del bene immateriale in questione al capitale della società costituita.
Dalla perizia deve emergere la conformità del marchio a determinati parametri di valutazione. Essi sono esposti nella normativa ISO (acronimo di International Organization for Standardization, in italiano Organizzazione Internazionale per la Standardizzazione).
Se il marchio rispetta i canoni tecnici disposti otterrà la conseguente certificazione. A quel punto, il socio proprietario dello stesso può liberamente conferirlo nella propria Srl.
Conferire il marchio è un’azione non solo consigliata, ma anche incoraggiata: il valore del marchio influisce direttamente sul capitale sociale, accrescendolo. Di conseguenza aumenta la probabilità di elevarsi sulla concorrenza e di migliorare qualitativamente il proprio business.
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