Il marchio: da simbolo grafico a leva patrimoniale e fiscale

Se vuoi costruire davvero un’azienda solida, non puoi ignorare il concetto di patrimonio.

In Italia, la protezione del marchio affonda le sue radici nel XIX secolo, ma è con la Legge n. 929 del 21 giugno 1942 che viene introdotta per la prima volta una disciplina organica sui segni distintivi: marchi d’impresa, nomi commerciali e insegne. Un punto di svolta si ha nel 2005, quando il Codice della Proprietà Industriale (D.Lgs. 30/2005) recepisce le direttive europee, trasformando il marchio in uno strumento non solo di tutela giuridica ma anche di valorizzazione economica.

Oggi, in troppe aziende, il marchio è ancora visto solo come un logo o un nome. Ma in realtà, può (e deve) essere trattato come un bene immateriale strategico: uno strumento in grado di produrre valore, generare risparmio fiscale e proteggere il patrimonio aziendale.

Registrare il marchio: una scelta di prevenzione e tutela

Registrare il proprio marchio presso l’Ufficio Europeo per la Proprietà Intellettuale (EUIPO), o presso l’UIBM in Italia, significa garantirne l’unicità e ottenere diritti esclusivi su di esso. In pratica, nessuno potrà usarne una versione simile per vendere prodotti o servizi analoghi. È il primo passo per proteggere il proprio brand da contraffazioni, imitazioni e usi scorretti.

Un esempio concreto?
Immagina il panettiere di quartiere, attivo da tre generazioni con il logo “Il Forno di Nonna Maria”. Nonostante la notorietà locale, il marchio non è mai stato registrato. Quando un concorrente apre un’attività poco distante con nome e logo simili, il panettiere storico non ha strumenti legali per opporsi.
Se invece avesse registrato il marchio, avrebbe potuto:

  • impedirne l’utilizzo a terzi;
  • valorizzarlo con una perizia per iscriverlo a bilancio;
  • sfruttarlo in caso di cessione, franchising o passaggio generazionale.

Valorizzare il marchio: come trasformarlo in valore concreto

La vera svolta avviene quando il marchio viene valorizzato economicamente. Questo processo avviene tramite una perizia certificata, secondo la normativa UNI ISO/IEC 20671 e l’art. 2465 del Codice Civile, che ne stabilisce il valore economico.

Una volta periziato, il marchio può:

  • essere iscritto a bilancio tra le immobilizzazioni immateriali;
  • essere ammortizzato fiscalmente, riducendo l’imponibile;
  • essere dato in licenza d’uso o ceduto per generare reddito.

I benefici concreti per una S.r.l.

Per un imprenditore con una società a responsabilità limitata, i vantaggi sono numerosi e misurabili:

Iscrizione a bilancio: migliora il patrimonio netto e il rating bancario.
Ammortamento fiscale: riduce il carico fiscale nel tempo.
Conferimento in Holding: il marchio può essere trasferito a una holding, licenziato alla S.r.l. operativa, generando royalties deducibili.
Tutela giuridica: esclusività del nome e possibilità di azioni legali.
Gestione strategica: utilizzabile in operazioni straordinarie (M&A, scissioni, cessioni).
Valore reale: un asset intangibile che produce ricchezza tangibile.

In conclusione

Troppi imprenditori rimandano queste scelte per mancanza di tempo, informazioni o priorità, lasciando il marchio non protetto, non sfruttato e fuori dal patrimonio aziendale.

Registrare e valorizzare il marchio significa fare una scelta intelligente, che unisce:

  • prevenzione contro rischi legali,
  • ottimizzazione fiscale concreta,
  • gestione strategica del patrimonio.

Un logo ben gestito può diventare molto di più: una risorsa che lavora per la tua impresa, oggi e nel futuro.

📩 Richiedi ora la tua Pre-Analisi: scopri quanto vale davvero il tuo marchio e come può diventare una leva fiscale e patrimoniale concreta per la tua azienda.